Werewolf in florence

  • ti apre un sacco di porte

martedì 31 maggio 2011

COLTIVARE LE CONNESSIONI

Questo scritto è una sorta di pamphlet che deriva da una serie di post scritti del blog 1 per gli studenti .
Ho trovato molto interessante il duplice  criterio con il quale seleziona i dialoghi:
da un lato arricchire il testo con gli spunti emersi dalla discussione e dall’altro dare una testimonianza della vitalità delle blogclassi.
E anche la decisione  di lasciare i nickname  scelti anziché  il  vero nome  perché rappresenta un momento di riflessione, un approfondimento, una sensazione, uno stato d’animo , a volte uno scherzo.
I dialoghi sono divisi in tre parti per mantenere i riferimenti ai post che li avevano generati:
E’ difficile affrontare il nuovo
E’ difficile comunicare il nuovo
E’ difficile scrivere per comunicare il nuovo.
Chi legge cerca di trovare punti di riferimento e questi si trovano nel territorio del  vecchio, del familiare.
Per affrontare il nuovo colui che scrive deve ingegnarsi per trovare strumenti espressivi adeguati, colui che legge deve essere predisposto all’avventura e uno strumento fondamentale per comunicare;
il nuovo è la metafora , ma perché essa funzioni deve poggiare nel territorio familiare del lettore.
Lei attribuisce  alla scolarizzazione della società l’incapacità di cogliere il valore del nuovo e quindi anche di  Internet , e le cause sono 2:
1) la formazione dei cittadini che  è strutturata in modo rigido
2 )la scolarizzazione della società nel suo insieme.
Una delle conseguenze concrete dell’incapacità di cogliere il valore di Internet è la confusione quasi completa su cosa voglia dire “stare ondine”.
Due elementi fondamentali che è necessario focalizzare prima di qualsiasi altra considerazione sono:
la crescita esponenziale dell’evoluzione e il ruolo delle reti.
Con il ruolo delle reti ,  prova  un po’ a giocare con alcune metafore , nella speranza che possano essere utili per avere cura delle proprie connessioni.
L’obbiettivo di questo scritto è : rendersi conto che per utilizzare al meglio le nuove tecnologie di comunicazione , bisogna imparare ad ignorarle.
E’ vero che viviamo in un’epoca di grandi mutazioni , ma sarebbe un errore ritenere queste una novità senza precedenti che turbano e sconvolgono una condizione di equilibrio , e che forse avremmo potuto evitare o cambiare se avessimo agito in modo diverso.
Il mondo non è mai stato fermo , noi siamo il frutto dell’evoluzione  in senso generale,  un fenomeno che in un punto dell’universo dà luogo ad un processo di creazione di forme organizzate sempre più complesse ed intrecciate fra di loro e allora si osserva l’avvicendarsi di fasi di crescita esplosiva, di relativo equilibrio, di saturazione, di estinzione.
Ma se si considera l’evoluzione della terra nella sua globalità, allora ci ritroviamo difronte ad un incremento continuo di organizzazione e complessità, che per quanto ci è dato conoscere , culmina nella cultura della famiglia umana.
Riflettendo sulla parola  esponenziale,  anche a me è venuto in mente qualcosa in crescita, che cresce in modo esplosivo, ma  appunto non è solo questo. L’esponenziale è anche una funzione matematica.
Nella fase iniziale le cose crescono lentamente e solo da un punto in poi che ci rendiamo conto di una situazione esplosiva  e così che abbiamo l’illusione che le cose si siano messe a correre all’improvviso , ma non è un’impressione superficiale.
Nella fase iniziale delle crescite esponenziali nessuno si accorge di niente e le approssimazioni lineari o addirittura le ipotesi di equilibrio stabile trovano facilmente credito. Invece il mondo cambia sempre ; l’evoluzione ha avuto inizio sulla terra appena le condizioni lo hanno consentito, acqua , atmosfera, sufficienti quantità di specie atomiche disponibili e adeguatamente diffuse, e da allora non si è più fermata. Ora all’inizio del terzo millennio la fase esplosiva è diventata manifesta e all’umanità si pone la sfida di imparare ad affrontare una successione sempre più serrata di mutamenti e così il nuovo sarà il nostro elemento naturale.
Partendo dagli ultimi 400 anni dove tecnologia ed economia  hanno preso a crescere con impeto alimentandosi dei progressi della scienza  ( Galileo Galileo) le organizzazioni  di ogni tipo si sono strutturate secondo il modello di tipo militare , forse il primo modello organizzativo della storia.
Nel terzo millennio è comparso un nuovo elemento che è sempre esistito , ma di cui solo ora si inizia a intravedere il ruolo fondamentale : la rete.
La vita emerge  malgrado l’inesorabile aumento dell’entropia stabilito dal secondo principio della termodinamica con due gambe: organizzazioni e reti.
Le reti sono insiemi di nodi e connessioni , si chiamano reti a prescindere dalla natura e dal numero di nodi, non hanno né ordine né gerarchia.
I nodi ai fini della funzionalità della rete sono tutti equivalenti, non esistono ruoli diversi per i nodi .
Le reti crescono spontaneamente in modo caotico.
 
 Organizzazioni : con questo termine  ci si riferisce a qualsiasi struttura che riveli qualche tipo di gerarchia. Hanno una struttura ordinata e le parti che la compongono hanno ruoli ben definiti.
 
Nessuno può controllare realmente il modo in cui una rete cresce .
Le reti sono apparse nella scienza occidentale quando negli anni 20 del secolo scorso gli studiosi di ecologia hanno descritto gli ecosistemi come comunità di organismi connessi fra loro in una rete definita dalle relazioni alimentari fra le specie.
Successivamente le caratteristiche delle reti sono state riconosciute in molti altri contesti: es. gli organismi possono essere pensati come reti di cellule, le cellule come reti di molecole e via dicendo.
Le reti viventi sono quelle in grado di autogenerarsi “living networks”, le reti che formano organismi viventi.
Internet è una cosa viva come vive sono le innumerevoli comunità che ospita . Ve ne sono di buone e di meno buone , sono vive perché nascono e muoiono , perché hanno tutte una certa tendenza alla sopravvivenza , perché si possono trasformare, scindere e riunire . Sono vive perché sono comunità umane e si può stabilire connessioni con una qualsiasi di esse e con quante si voglia.
 
Dopo aver riflettuto su ciò che ho letto penso che se internet è una cosa viva non esistono connessioni calde o fredde , e sicuramente non mi sento inserito in una superficialità costante, forse a volte non abbiamo la pazienza di andare oltre l’apparenza e si riesce poco ad ascoltare gli altri .

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